Pressione estetica - un'estate non facile per tutti

Ero partita con il raccontarvi una delle letture che mi hanno accompagnato in questa estate ma qualche giorno fa è uscita la nuova puntata del mio amato podcast "Cara sei maschilista" dal titolo "La bellezza sta negli occhi di chi?"


Non ho esitato per nulla prima di premere play perché nelle ultime settimane ho pensato molto riguardo all'argomento. Durante l'estate ho notato quanto a noi donne facciano pesare il fatto di non essere belle, come se dipendesse sempre e solo da noi e come se fosse una questione di vitale importanza. Ho udito di tutto. Ragazzine di 12 anni prese in giro per qualche pelo sotto le braccia, ragazzi che intimavano le coetanee a passarsi il rasoio sulle gambe quando a loro non importava minimamente delle loro. Anzi, il numero dei peli è direttamente proporzionale alla virilità di un ragazzo. In poche parole, più si è pelosi e più si è uomini. Ma una bimba, intenta ad offendermi con "Ne, Chiara Ferragni, quanto sei brutta" è stata la più cattiva. Non perché mi sia offesa. Mi ha fatto male piuttosto sentirlo dire da una 8enne a cui evidentemente è stato impartito chissà quale standard di bellezza. È come se stesse catalogando le persone in belle e brutte. La sua intenzione era di ferirmi con quelle parole. Ed ho pensato a quanto sia importante insegnare ai bambini a puntare ad altre qualità che si coltivano nel tempo e che non dipendono dalla combinazione dei geni. Ancora oggi tra ragazzine l'offesa più crudele che si possa rivolgere è proprio "sei brutta". Quanto tempo perderanno queste ragazze nel rendersi sempre più accettabili per la società? Tempo che potrebbero impiegare nello scoprire chi sono e cosa vogliono diventare. A notare che le stesse ragazzine cantano "Bella così" di Chadia e Federica Carta. Dobbiamo davvero arrivare a sentirci accettate solo quando ci dicono che siamo belle nonostante i difetti?
Questo episodio è arrivato proprio in mio soccorso. Ho capito che la pressione estetica è da sempre un'arma fortissima del patriarcato perché dal giornaliero ai momenti adolescenziali, colpisce tutte noi, anche le femministe, fino a sminuirci. Psicologicamente ci fa puntare al raggiungere uno standard di bellezza per sentirci poi così accettati dalla società.
Ci siamo poste almeno una di queste domande fin ora:
-Per caso hai mai rinunciato a fare qualcosa perché ti sentivi in imbarazzo con il tuo corpo?
-Ti sei mai sentita in colpa per aver mangiato qualcosa di molto calorico?
-Spendi tanti soldi in prodotti che promettono bellezza o gioventù?
-Hai mai pensato di fare un intervento estetico per cambiare una parte del tuo corpo?
La bellezza è fissa, è bellezza per tutti o è soggettiva? Non sta solo negli occhi di chi la guarda ma anche negli occhi della società. Cambia col tempo in base alla società e al Paese in cui ci si trova.
Nel Rinascimento per le donne si puntava ad essere formose perché simbolo del benessere economico che dava un'abbondante nutrizione. L'unico modo per una donna di elevare la sua posizione era sposare un uomo e per raggiungere questo bisognava distinguersi. Non era concesso ad una donna studiare, leggere, viaggiare... tutto quello che avrebbe portato la donna ad accrescere la sua conoscenza e la sua cultura. L'unico mezzo per rendere la donna all'altezza dell'uomo che accompagnava, era la sua bellezza.
Quante volte abbiamo sentito la frase "Se bella vuoi apparire, un po' devi soffrire"?
Il dolore e la sofferenza non devono passare per cose normali su una donna. Con questo non diciamo che le donne non dovrebbero truccarsi o che dovrebbero rinunciare ai tacchi ed alla ceretta. Vi invitiamo a riflettere sul perché lo facciamo, se davvero per noi o per la società e quindi per gli altri.
Non è facile accettarsi come non è facile accettare un tipo di bellezza stereotipata che magari non ci troviamo a possedere. Come non è stato facile per Armine Harutyunyan, la donna tanto discussa e scelta da Gucci come modella, accettare le critiche. Abbiamo sentito tutti parlare di lei, la 23enne di origini armene che si è ritrovata al centro di una violenta tempesta di body shaming a causa dei suoi lineamenti, lontani dai canoni classici di bellezza a cui siamo stati abituati fin ora. Per "body shaming" si intende il "deridere qualcuno per il suo aspetto fisico".

Per il marchio fiorentino non è la prima volta che capita di ricevere critiche o che faccia parlare di sé. Fu proprio lo stesso marchio a scegliere Ellie Goldstein come prima modella con la sindrome di down.

Che siano state fatte queste scelte per fare scalpore o per rivoluzionare davvero i canoni non lo sapremo mai per certo. Quel che ci dovrebbe interessare davvero è il messaggio che lancia Armine:
"Quando mi guardo allo specchio vedo una persona che è più di una faccia, che ha interessi, cose da dire e da fare. Alle ragazze dico di non omologarsi.
Le persone sono spaventate da quello che è diverso. Non posso impedire loro di sparlare ma io posso ignorarle. Ci sono molti modi diversi di essere belli: consiglio di concentrarsi su di sé, su chi si è e su cosa si ama davvero.
A parole è facile essere aperti al nuovo ma poi, quando si trovano davanti a qualcosa che non capiscono, non sanno come reagire e attaccano. Per questo dico che non vale la pena preoccuparsi di loro, hanno solo paura."

Non siamo il nostro viso, i nostri lineamenti, né le nostre curve o la nostra fisicità. Interessiamoci al benessere interno di una persona, ai suoi pensieri ed ai suoi sogni. Siamo più di una faccia e più di un corpo. Più sinceri "come stai?" meno "come sei bella!" e pensateci prima di elogiare le bambine per la loro bellezza.
Se bella vuoi apparire, dentro ti devi scoprire. _ semi cit. ;) _
"Sei tutto quello che cerchi
Ma non solo quello che nasci
Di' sempre quello che pensi
Sei molto di più di quello che pensi.."
da "Femme" di Francesca Michielin
Link diretto all'episodio del podcast su Spotify "Cara sei maschilista":
https://open.spotify.com/episode/0F2oQ6KCkQTeYJMDx98JNt?si=5ktuCgc7RK24xlYTCW-wAQ<br>